E in quel cielo, in quell'aria purissima, in quei boschi sacri, lavando, con le dure macerazioni della carne, le colpe, di cui si riteneva macchiato, rappresentate in questo dramma dell'anima, conquistava la santitą.
E si spegneva, consunto dalla propria esaltazione, il nato di Assisi, il «princeps iuventutis» di Spoleto.
Si spegneva, ma per accendere all'Isola un faro luminoso di conforto e di guida alla smarrita, tormentata umanitą.
Si spegneva l'Asceta a ventiquattro anni, ma per risorgere Santo della giovinezza, e, secondo la sua visione, Angelo del Gran Sasso d'Italia.
UMBERTO ADAMOLI
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