CAPITOLO DODICESIMO: Arrivo a Poggio Umbricchio. Incontro con i proprietari del castello. Conversazione sui diversi avvenimenti. Racconto di novelle.
CAPITOLO TREDICESIMO: Lettera di Giulio a Cinzia. Lettera di Barbara a Santuccio. Partenza da Spalato per il luogo di combattimento delle bande di Santuccio di Froscia e di Giulio Montecchi. Arrivo a Sebenico quindi nella zona di Citelut. Primo, secondo, terzo combattimento, tutti vittoriosi. Morte a Teramo del fiero patriota de Adamnis. Ultimo vittorioso combattimento.
CAPITOLO QUATTORDICESIMO: Glorificazione degli eroi caduti sul monte San Salvatore. Trascrizione dei loro nomi in una colonna di marmo ivi innalzata. A Campli muore Cinzia.
Le notizie storiche sono state desunte:
1) da scritti esistenti presso la "Biblioteca Delfico" in Teramo;
2) dalla "Storia civile del Pretuzio" di Pancrazio Palma;
3) dalla "Storia d'Abruzzo" di Luigi Antinori;
4) dalla "Storia Moderna" di Antonio Messeri;
5) da scritti in giornali e riviste.
PREFAZIONE
I popoli traggono, generalmente, lo spirito, come legge atavica, dalla natura, in cui nascono e vivono. Differenti, adunque, gli uni dagli altri, nei costumi, nell'indole, nell'educazione. Lenti, per lo pił, flemmatici, chiusi gli abitatori delle contrade nordiche, fredde e nebbiose; aperti, briosi, loquaci, espansivi quelli della meridionale terra del sole.
Non potevano, i benigni pretuziani, collocati nel mezzo, sfuggire alla comune legge. Non potevano non trarre la loro anima, con le luci e con le ombre, dai monti, che vedevano elevarsi, come il granitico Gran Sasso, superbamente, nell'azzurro del cielo senza confine; dall'ampiezza delle solitarie valli, come quella del Vomano, dal tenue mormorio delle acque, scorrenti senza riposo; dai boschi eterni, come quello del misterioso Martese, scossi dagli urli delle aquile, dagli ululati dei lupi, dalla furia degli uragani; dal mare, come quello azzurro dell'Adriatico, dalle improvvise tempeste e dal perpetuo ondeggiamento.
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