Umberto Adamoli
BERARDO DA PAGLIARA
(Dramma storico in quattro atti)


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     Ogni uomo, bene o male, ha un suo ideale. Io ho l'ideale di combattere, con la preghiera e con la penitenza, lo spirito del male.
     Poi, perché tanto rammaricarsi? Io non sono solo.

     RAINALDO
     (che ha capito l'allusione del fratello, l'interrompe)
     No, no, Berardo. Non intendo usurpare il posto che non mi spetta. A ognuno, per non errare, i propri doveri, i propri diritti. Poi anch'io ho una mia idea: fra giorni, con il consenso paterno, lascerò questi monti, forse per non più tornarvi.

     BERARDO
     (con meraviglia)
     Ma che dici, fratello!


     RAINALDO
     Dello spavento della fine del mondo del mille e non più mille non è rimasto che un pallido ricordo. Alle processioni di penitenza, nel risveglio religioso, come tu sai, seguirono le compagnie dirette a liberare, dagli infedeli, il Sacro Sepolcro. Io andrò a far parte, anche per l'onore della famiglia, di una di queste compagnie.


     BERARDO
     Anche i tuoi intendimenti concorrono, fratello a costituire il nuovo ordine.
     I nostri, giunti dalla Marsica in questo castello, vi ebbero a compiere, per affermarvisi, atti di valore, di generosità, di umanità; ma ebbero pure a imporre, con la forza delle ambizioni, la superiorità delle loro attitudini, non sfuggendo alle luci e alle ombre, con le quali si alterna l'umana operosità. Ma oggi a tale storico ciclo altro ciclo subentra, che vorrà solo significare, per tutti: lavoro, preghiera, giustizia, fratellanza, pace.
     Credo che ciò sia stato da te ben compreso. Sarai ancora l'uomo d'armi, è vero, non più per commettere soverchierie, ma per andare a rivendicare, in una luminosa visione, la terra bagnata, per la nostra redenzione, dal divino sangue.


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Umberto