L'invernata, che seguiva, era, nel complesso, meno cattiva per i nostri, abituati ormai a quei luoghi, ed agli usi di quegli abitanti, sempre con essi rispettosamente ospitali.
In quello stesso anno, il 12 agosto, un raggio di luce giungeva ad illuminare la desolata casa Strina, con il ritorno in essa, dopo tre anni circa di duro carcere, di Isidoro, per grazia ottenuta, per intercessione della regina, alla quale si era rivolta la buona moglie Angelamaria. Tornava in quella casa in cui, come si legge in uno scritto del tempo "...estintosi il signor Domenico, la superstite famiglia, allora composta dalla di lui vedova, della nuora, moglie del figlio Isidoro, già padre di cinque viventi figliuoli, con esemplare virtù ed abnegazione, seppe dignitosamente mantenersi all'altezza della sua sociale condizione". |