Umberto Adamoli
FAMIGLIE STRINA-ADAMOLI. DA COMO AD AQUILA


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     Col passare del tempo andava, in tal modo, adattandosi, affezionandosi a quella vita, a quelle persone non prive di cortesia e di bontà; a quei posti, che erano, nei paesaggi pittoreschi, pur belli; a quella vita, molto movimentata.
     Rientravano, nell'attività della casa, oltre l'importante fonderia, ove lavoravano molti operai, anche un mulino ed un podere, esteso e produttivo. A carico della casa vivevano, inoltre, molte altre persone, addette ai diversi servizi.
     La fortuna, non favorevole a Giuseppe Adamoli, pareva che, in una diversa forma, fosse benigna al figlio Gelasio.
     Così era stato superato l'inverno, in verità molto rigido, molto diverso, certo, dagli inverni, a clima primaverile, del salernitano. Non aveva mai visto, la Maria Carolina, tanta neve coprire, quasi festosamente, strade, alberi, campagne.

     Sopraggiungeva, con il verde e con i fiori, la dolce primavera, ma la suocera, che non poteva non ammirare in segreto le virtù della nobile nuora, non mutava con lei contegno. Degli altri non si poteva lagnare. Molto educato appariva Giovanni, e molto buona la moglie Annunziata De Marco, che aveva, per la cognata venuta di lontano, molta simpatia, molto affetto. Non scortese si mostrava Aldobrando, da poco tornato dal servizio militare. Anche Luigi, sposato in campagna, a Maria Grazia Falcone, appariva rispettoso. Nulla poteva dire di Maria Cristina, passata due anni prima, per profonda fede, dal collegio di Aquila, a monaca di clausura, in un convento di Firenze.
     La casa, in cui vi era tanta abbondanza, e vi viveva attorno tanta gente, pareva che corresse sicura, verso il suo migliore avvenire.


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Umberto