NEMESIO
Della spensierata giovinezza. Ma ognuno deve seguire su questa povera terra la sua strada. Ci siamo incontrati, Balbina, come due viandanti che debbono percorrere, per fatalità, cammino opposto. Possono per un momento riposare all'ombra di uno stesso albero e scambiare affettuose parole. Dopo? Dopo ognuno va verso il proprio destino.
EUFRAS!A
Così è la vita, Balbina. Essa segue, nelle alterne vicende, il suo corso.
NEMESIO
Ed ora, sia pure con qualche cosa di mesto nell'anima, vi lascio.
BALBINA
E non tornate più qui?
NEMESIO
Non ne avrò più il tempo. Ricordatevi qualche volta che mio padre dorme il suo ultimo sonno nell'italianissima Dalmazia, che è nel nostro cuore, viva come fiamma d'amore.
(S'avviano verso l'uscita. Sulla porta Nemesio stringe affettuosamente la mano a Eufrasia. Poi, come mosso da viva tenerezza, abbraccia, come una sorella, Balbina, la quale rompe in lagrime.}
CALA LA TELA
ATTO TERZO
SCENA PRIMA
Di nuovo nel giardino della villa di Giancario, dove si trovano, nell'alzare il sipario, la zia Paola e Bibiana, sua amica di giovinezza.
PAOLA
(come cosa nuova, anche se sempre ripetuta, mestamente)
Anche noi, col volar degli anni, siamo divenute vecchierelle. Ben cinquanta primavere, qui ce lo possiamo dire chè nessuno ci sente, pesano ormai sulle nostre spalle.
BIBIANA
Cinquanta già?
PAOLA
Si, cara, cinquanta.
BIBIANA
O Dio come passano gli anni. Ma io non li conto più. Non festeggio più il giorno della nascita.
PAOLA
Ma se non siamo noi, sono le care amiche a ricordarli, con tutta la loro graziosa lepidezza.
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