Umberto Adamoli
L'OMBRA CHE VINCE
(Dramma in quattro atti)


Pagina 22
1-5- 10-15- 20-25- 30

[Indice]


     PAOLA

     Godi, godi, nipote, di questi attimi che la vita offre, con i rosei sogni, alla fiduciosa giovinezza. La realtā, purtroppo, č sempre lontana dalle visioni, dalle promesse del mattino.

     (In questo momento un lampo illumina le nubi nere che corrono per il cielo, seguito da un tuono.)

     Ecco l'immagine della vita: agli sguarci sereni seguono immancabili le tempeste.

     CLARA

     O Dio, zia: mi turba davvero questo vostro parlare.
     Con una inspiegabile angustia, neri presentimenti invadono l'animo mio. Non cantano pių gli usignuoli nella siepe, nč i grilli nel prato, nč i ranocchi nel pantano.
     Ora funesta. Ritiriamoci, zia, ritiriamoci, che sta per scatenarsi l'uragano.

     PAOLA

     (mentre i tuoni, tra il lampeggiare, si fanno pių rumorosi)

     Restiamo, restiamo ancora. Talvolta č bello rimanere saldi tra lo scatenarsi della tempesta.


     CLARA

     (mentre s'ode il rintocco d'una campana)

     Suona giā un'ora di notte. Siamo sole e io ho paura. Perchč il padre non torna?

     PAOLA

     Lo trattengono nel giuoco i soliti sfaccendati amici.

     CLARA

     Amici di perdizione.

     PAOLA

     Il giuoco, nel quale molti si rovinano, č il vizio maledetto di molti nostri signorotti. Non sanno, nel loro ozio, come meglio passare il tempo. E a dire che ci sarebbero tante cose utili da fare, per aiutare il popolo, alleviare la miseria.

     CLARA

     (mentre una folgore scoppia rumorosa poco lontano)

     Andiamo, andiamo, zia.

     (Stanno per muoversi, quando due uomini mascherati compariscono in fondo al giardino e avanzano muti come fantasmi. Le donne, allorchč avvertono la presenza, vorrebbero fuggire, ma non ne hanno a tempo.)


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto