CLARA
(afferrata da essi, dibattendosi, grida)
Aiuto, aiuto...
PAOLA
(che corre in soccorso della nipote, anch'essa grida)
Aiuto. Assassini, briganti. Tonio. Berardo. Aiuto, aiuto.
(Ma i due, liberatisi, con una spinta, di Paola, si allontanano verso la collina di Torricella. Paola, che non vuole lasciare sola la nipote, che sempre grida, li segue.
Intanto un contadino, della vicina casa colonica, che ha inteso urlare, accorre con una forca in mano.)
TONIO
(il nome del contadino, che si mette subito alla ricerca, chiama)
Donna Paola, donna Clara...
GIANCARLO
(che di ritorno da Teramo, sbigottito dalle grida, entra affannato nel giardino)
Tonio, che è stato, che è successo. Parla, parla Tonio.
TONIO
Ho inteso gridare. Sono accorso. Non ho trovato nessuno. La casa è vuota.
GIANCARLO
(sempre più agitato, tra il rumore del tuono)
Ma cosa è stato... Cosa è stato... Dov'è Clara, dov'è
Paola. Parla. Parla.
TONIO
Non so, non so. Giunto qui ho inteso altre grida verso
la collina (indicando colla mano dalla parte di Torricella.)
GIANCARLO
Torricella? (Resta un po' pensoso. Dopo)
Ho capito, ho capito, Tonio. Sciagurato, vile, infame. Lo raggiungeremo, lo raggiungeremo.
(Corre verso casa. Torna subito con un archibugio e con un pugnale.)
Andiamo, Tonio. Andiamo. La notte che il fellone credeva d'amore, sarà per lui notte di sangue.
(Partono. Il temporale ha diminuito di violenza. Si ode l'abbaiar di cani. Appaiono altri contadini, agitati, armati di forche. Mentre chiamano e frugano qua e là)
CALA LA TELA
ATTO QUARTO
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