Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


Pagina 11
1-5- 10-15- 20-25- 30-35

[Indice]


     SINDACO - le par poco. E se reagivano?

     BRIGADIERE - Avrei fatto davvero valere sulla forza del numero, la forza del diritto. Il soldato deve far rispettare a ogni costo la consegna, anche se ciò dovesse costare la vita.

     SINDACO - Bravo soldato. Ovunque nella Valsolda si parla di lei, della sua vivida giovinezza. Mi tolga un'altra curiosità. E' vero che è figlio di conte?
     BRIGADIERE - Fantasticherie. Fiamma gialla, ecco quel che sono, nella nobiltà dei miei sentimenti, nella forza della mia giovinezza, nella mia fedeltà e nelle mie aspirazioni.

     SINDACO - Nobile senza dubbio. Non si può nascondere la qualità del sangue. Come ha fatto ad adattarsi a una vita così piena di disagi, di sofferenze, di pericoli?

     BRIGADIERE - Io godo di trovarmi, sia pure in una vita tanto aspra, con le Fiamme gialle, che rappresentano l'espressione più alta dello spirito di sacrificio. E godo nel silenzio della montagna come godevano, nella vita spirituale, gli anacoreti. Ne sono entusiasta. In tutto trovo, con la bellezza, la vera poesia.


     SINDACO - Anche nel servizio?

     BRIGADIERE - Anche. Lei non potrà mai immaginare quale gioia provassi nell'episodio di Colmaregia, di cui abbiamo parlato. Si elevava sul dovere compiuto, nell'ora dolce dell'aurora, il canto che l'epopea trae dalla santità dell'umano valore. Non vedevo in quella beatitudine, senza confronti, che il volto della patria, sorridente agli insonni soldati del confine. Ed ero felice.

     SINDACO - Soldati davvero benemeriti per i quali sento nuova, più viva simpatia.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto