Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


Pagina 17
1-5- 10-15- 20-25- 30-35

[Indice]


     GIUSEPPINA - Certo, sarà una bella graziosa monaca, ma io non ci credo.

     (Nella villa si riode, dopo una pausa, il suono del pianoforte. Ma mentre nel muto godimento ascoltano, un finanziere, che appare dalla parte del portico, rompe l'incanto).


     SCENA QUARTA

     FINANZIERE - (al brigadiere che va verso di lui) Contrabbandieri numerosi sono in vista sul confine. Si chiedono, lungo la linea, rinforzi.

     BRIGADIERE - Non lasciano mai tranquilli queste canaglie. Vengo, vengo.

     (Il finanziere saluta e se ne va).

     GIUSEPPINA - (che ha intuito qualche cosa) Che succede?...

     BRIGADIERE - Ciò che è nelle comuni vicende: canto e pianto, sempre, lirica e dramma. Debbo andare.

     ANITA - Se ne va?

     BRIGADIERE - Vado nel bosco, non a scrutare in delizia nella profondità dei cuori, ma, con turbamento, nelle ombre fitte della notte.


     (Saluta in fretta le ragazze e s'allontana. Il pianoforte suona ancora musica che intenerisce sempre più).

     GIUSEPPINA - (nella mestizia) Povero Bimbo!


     Cala la tela


     ATTO TERZO

     In montagna, nella mestizia del novembre, ai margini d'un bosco, il brigadiere e un appuntato, con tutto il necessario, sono di servizio. (Saccapelo, saccapane con provviste e tutto quanto è necessario per il servizio di alta montagna).


     SCENA PRIMA

     BRIGADIERE - (rivolgendosi all'appuntato) Dopo la luce le ombre. Da qualche tempo non riusciamo a fare più nulla e i contrabbandieri passano e gongolano.

     APPUNTATO - Tutte le nostre astuzie sono state ormai scoperte. Occorrono altri metodi, per altri successi. Troppo estesa la linea da vigilare e il Cecchin, nostro maggiore avversario, è un demonio di scaltrezza e d'attività.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto