Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     Certamente nell'aprile 1891 lavorava nella rameria Giuseppe Ghizzoni, già in età avanzata; in quell’epoca infatti Giovanni Adamoli, a causa della sopraggiunta improduttività di questi, contatta un lavorante di Pettorano sul Gizio per sostituirlo. Nell’aprile 1890 si svolgono trattative con Giovanni Ghizzoni, residente a Giffoni Valle Piana, per un posto nella fonderia: nell’accettare le richieste di Ghizzoni il ramaio teramano comunica che «Le vostre condizioni non mi dispiace solo toglieremo la piccola differenza di £ 5= cioè intendiamo pagare £ 70 mensile e viaggio franco, cioè pel viaggio vi assegneremo £ 25=. Vi manderò le £ 50= che ve ne resterebbe a scontare £ 25»; termini per la disdetta del contratto «un meso di tempo l’uno con l’altro», mentre per il vitto il ramaio dice che «io non posso di passarlo e ne anche la camera perché ho tutto occupato»; Adamoli ha dovuto quindi «regolare nella taverna di Guerriero che ce una camera con letto e vuole £ 10 al mese (...) se poi vi contentate mangiare tutte le domeniche a casa mia cioè il solo pranzo». Altra proposta di lavoro viene avanzata nell’agosto 1890 a Raffaele Ghizzoni, al quale Adamoli si rivolge tramite donna Mariannina Urbani, una cliente aquilana. A questi viene offerto un periodo di prova: «se non restiamo di pieno accordo fra noi due fatto il meso andrà via, e farà quel condo di aversi fatto un viaggio di piacero».

     I rapporti di parentela rivestono un'importanza particolare tra gli occupati nella rameria: i Ghizzoni sono imparentati con gli Arrigoni che a loro volta sono legati da forti vincoli di amicizia con la famiglia Adamoli. Sperandio Arrigoni, che risiede a Pettorano sul Gizio ed è il cognato di Giovanni Ghizzoni, è anche lui in predicato di lavorare in rameria: Giovanni gli scrive che «tanto mio fratello come i figli a tanto piacere di voi perché vi conosce a bastanza» e lo invita a fargli sapere se viene, «così scioglie i patti con vostro cognato», che é «certo che si corteggia con la vedova perché mi dice che per ora non si porta la famiglia».


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Federico Adamoli