Altre conseguenze per la cattiva qualità del rame sono i ritardi sui tempi di lavorazione, quando è necessario dover interrompere le colate; inoltre ne scaturisce un maggior consumo di carbone, come viene riferito a Felice Addarij di Nereto: «non solo ha guasta[to] l'aldro rame che ci si deve unire, ma di più che si consuma tre parti di più di carbone perchè si deve fondere per certo due volde, e poi darà un sfreddo non meno di kg. 10 per quintale».
Problemi di altro genere giungono invece dal rame vecchio costituito da grossi lastroni di ferrovia, sfoderature di bastimento, che prima di essere reso utilizzabile per la colata, va spezzato con un lavoro dispendioso (talvolta la spezzatura viene addebitata al cliente che ha fornito il rame, essendo all'occorrenza necessario ricorrere all'aiuto dei contadini del luogo); inoltre questo rame costituisce un pericolo per l’integrità del maglio: a Mauro Romano di Chieti viene infatti sottolineato come per «pezzi così grandi viene a costare un pericolo ogni colpo di maglio». Le grosse dimensioni dei lastroni procurano problemi anche nella fase di pesatura (per tale ragione ai clienti viene sollecitata la spedizione in piccoli fusti), altro momento critico nel lavoro quotidiano, fonte anch’esso di frequenti discussioni per le discordanze tra rame inviato e quello ricevuto.
Il rame di cattiva qualità giunge tuttavia anche dai tradizionali fornitori di rame, nonostante che a questi le partite vengano espressamente richieste garantite al maglio; questi fornitori inviano generalmente rame di migliore qualità - come i mazzoni garantiti al maglio – dal prezzo più elevato, a fronte del più economico rame in rottami.
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