Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     Dopo avervi intesi fra voi due, mi farai una lettera cateoricamente e segnarmi tutte le condizione in cui dobiamo mantenerci.
     Mia cara Sig.ra con me hai trattato su quei pochi affari che la mia piccola possibilità mi permetteva di fare. e pure trattavi con persona nata dal mestiere e non abbiamo avuto mai una virgola in contraria, che ci avesse dato motivi a lamendarci dei nostri fatti commerciali. Così venendo in accordo fra noi dobiamo scanzare le persone strane che non fanno aldro di rovinare il commercio in generale.
     Vi dico ora che dicesti a mio fratello? che non volevi mandare piu rame a Martino. Invece Giuseppe Ghizzoni che ora si trova qui a detto che alla vos. Ramiera si stava lavorando per Teramo.
     Dunque cara signora. Io so che voi non poteto avviare il lavoro per i calderari di cosi ed aldri poste che tieni fuori. Così potresti fare a meno mandarlo qui per farmi battere a me. ora e tempo rivendicarti di cio che vi ha fatto per il passato.

     Infino poi quel misero guadambio che vi da nei tre o quattro quintali al meso che lui potrebbe smerciare? non vi porta un grande discapito e poi si puole rinfrancare. Con l'accordo che noi faremo a rimettere i prezzi a dovero.
     Se poi vi e proprio necessario di forgiare quella piccola quandità a Martino? Speditelo a me invece di lui che lo smercerò io stesso.
     Così tiriamo avanti quest'aldro tempo che debbo fare in questa fabrica e poi ricominceremo un'ottimo affare fra noi. Piacendo a Dio. Di cio non vi dirò aldro attendo riscondro e farmi capire bene il tutto.


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Federico Adamoli