Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     Ma il Signore, che è grande, anche sa queste alternative di bene e di male, su quel che si fa.
     Tutto nella vita, mio caro, è regolato dalla somma sapienza.

     FRANCESCO
     Sempre saggia la mia cara sorella.
     (Si alza, si muove, si ferma dinanzi a un quadro, appeso a una parete)
     Era davvero bella la nostra mamma.

     MARIA LUISA
     Bella, graziosa, santa.

     FRANCESCO
     Beata te, sorella, che avesti la fortuna di vivere con lei la tua adolescenza. La vivezza del ricordo ti allevia, senza dubbio, il dolore della grande perdita.

     MARIA LUISA
     Certamente. Ma anche tu la dovresti ricordare. Avevi già quattro anni quando, la mamma, fu richiamata in cielo.
     A tutti voleva bene; a te, forse per il tuo carattere vivace e insieme affettuoso, un poco di più.

     FRANCESCO
     Santa mamma! La ricordo come si può ricordare un angelo, avvolto da nubi luminose.

     (Rivolgendo di nuovo gli occhi al quadro)
     Come bene si riflette la dolcezza dell'anima, nella dolcezza degli occhi, nella soavità del sorriso.

     MARIA LUISA
     Dolce in tutto e mistica. Non viveva poi che per i figli. Aveva, per tutti, una parola buona, una carezza, un bacio. Alla sera ci raccoglieva, come la chioccia raccoglie i piccoli, per le ultime cure della giornata. Dopo il rosario ci raccontava tante belle novelle, che accendevano piacevolmente la nostra fantasia. Ci accompagnava, in ultimo, a uno a uno, a letto.

     FRANCESCO
     Ricordo, ricordo quando, già a letto mi faceva congiungere le mani e mi faceva fare, come ultimo atto, il segno della croce.

     MARIA LUISA
     Spesso, d'inverno, girava per le camerette, per assicurarsi se tranquillo era il nostro sonno.


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Umberto