Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     Non posso dimenticare, inoltre, le parole dell'eremita di Cesi, che visitai nella sua grotta nascosta e nuda. Alla mia meraviglia di quel suo primitivo vivere mi diceva e con molta serietà:
     «In fondo ai vostri godimenti terreni, vi è il buio della morte; sopra alle mie rinunce, vi è la luce della vita ».
     Così mi diceva l'anacoreta di Cesi. Quale è la verità?

     PARENZI
     Vi sono per gli alienati anche i manicomi.

     FRANCESCO
     Per gli alienati, non per i savi.

     PARENZI
     Vivere nelle grotte! Senti, Checchino. Se nella vita comune e operosa vi sono godimenti, vi sono pure privazioni, preoccupazioni, sofferenze, che conducono ugualmente alla conquista del cielo. La vita bisogna prenderla così, come ci è stata data da Dio: con le gioie e con i dolori, con la giovinezza e con la vecchiaia. Non si può impedire alla primavera di tripudiare nella festa dei fiori, né alla giovinezza di godere la sua primavera.


     FRANCESCO
     E allora?

     PARENZI
     Allora domani, con la solita rumorosa brigata, andremo sui monti, non per far penitenza, ma per cantare i canti del tuo poeta gaudente:
     «Ogni tristo pensier caschi:
     Facciam festa tuttavia ».
     Va bene? E con noi sarà, con altre
     «Fanciulle vaghe e liete».
     la fanciulla dei tuoi sogni.


     SCENA QUARTA

     MARIA LUISA
     (che entra)
     Scusate. Giù nel giardino vi sono gli altri amici, in cerca di voi.

     PARENZI
     (rivolgendo la parola a Maria Luisa)
     Ecco la più buona delle sorelle. Questa casa è santificata dal vostro sacrificio, colma della vostra grazia. Siamo giovani e allegri, è vero, ma comprendiamo il significato di certi atti.


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Umberto