Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     CHIARA
     E Francesco la vita la sa comprendere. E' così bello, così buono, così bravo, così ammirato.
     Beata Assisi che produsse nel suo giardino, quest'altro fiore di delicata bellezza. E beata pure Spoleto che da molti anni lo ha tra i giovani più simpatici e cari. Questo giovane, e facile è il pronostico, molto, nel corso del tempo, farà parlare di sé. Appartiene, senza dubbio, all'ordine dei predestinati. Da domani, poiché se ne va, s'inizia per lui una nuova vita. Ma questo viaggio col fratello lo fa per ragioni di studio: vero?

     PACIFICA
     Forse si.

     CHIARA
     Tornerà?

     PACIFICA
     Tornerà, ma non si sa quando.


     CHIARA
     O come mi dispiace... Ma tornerà, tornerà.
     Non si possono cancellare dal cuore tanti gentili ricordi.

     PACIFICA
     Sarà quel che vorrà il Signore.

     CHIARA

     Mi dispiace, ma ora vi lascio poiché temo d'arrivare tardi alla recita e non voglio davvero perdere l'occasione di passare la serata in beatitudine.

     (Esce un po' chiassosa. Esce pure Pacifica)

     FINE DEL PRIMO QUADRO


     INTERMEZZO
     PROLOGO

     (da recitarsi da bambina o da adolescente)


     ANNA MARIA
     (che entra sola, vestita di bianco, avvolta di luce)
     Silenzio. Ascoltate. E' festa oggi a Spoleto. Non turbate, vi prego, il mistico dicitore. Non un respiro s'ode, nella eletta schiera degli ascoltatori, là, nel vicino teatro, ma s'ode la voce musicale che con l'alata poesia, scuote, esalta, eleva ad alti pensieri, a dolci sogni, a tenere speranze.
     Non un respiro s'ode e nella fiamma dell'esaltazione declama, il mistico. Declama sulle anime in ansia, sui palpiti del cuore. Declama e mentre le ombre scendono, la voce s'attenua, si vela, si spegne.


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Umberto