Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     L'alba di domani, in forza della mia volontà, mi coglierà in cammino verso una nuova meta. Andrò con il mio sacco in ispalla, come vanno le anime afflitte, in cerca di pace.

     PARENZI
     Sembra una favola. Partire così, quasi di nascosto, come un reo, senza parlarne agli amici.
     E alla Elisa hai detto niente?

     FRANCESCO
     No. Nel salutarla poco prima, mosso da tenerezza, le ho sospirato: - Ci rivedremo domani. -
     Della bugia pietosa ho già chiesto perdono a Dio.

     PARENZI
     E quando tornerai?

     FRANCESCO
     Non so. Il Signore, d'ora innanzi, guiderà i miei passi, regolerà i miei atti.

     PARENZI
     Allora non più: «Quant'è bella giovinezza».

     FRANCESCO
     Addio giovinezza. Giovinezza che va, che passa come meteora nel cielo degli inganni, delle fallaci promesse.
     Cosa resta, amico, dei nostri anni vissuti alla ricerca ansiosa dei godimenti? Dimmi, potevo io prendermi più divertimenti e più spassi di quelli che mi son preso nel secolo? Orbene, cosa ne trovo? A te lo confesso, non altro che amarezze, timori e affanni.


     PARENZI
     Le molte letture ti hanno confusa la mente. Perdona la mia franchezza. A diciotto anni, e lo ha detto un grande filosofo, si deve pensare, non alle elucubrazioni riservate alla matura età, ma a godere in pienezza la vita.

     FRANCESCO
     Ecco il grande errore, che conduce alla perdizione. Anch'io, sino a poco tempo fa, ho ragionato così, senza considerare che l'uomo è come l'acqua che passa, come un'ombra che si dilegua, come l'immagine d'un sogno notturno. Son pochi giorni che una sorella era tutto fiore di beltà, tutto vigore di sanità, ed ora?


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Umberto