Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     PARENZI
     Trovo questa sera un poco curiosa la tua condotta, strana la tua reticenza, oscure le tue parole. Mentre in apparenza il tuo viso ride, si sente come una tempesta rumoreggiare in fondo al tuo animo. Parla, parla con franchezza al tuo amico di tutti i segreti, di tutte le ore.

     FRANCESCO
     Qualche cosa di nuovo, in verità, si agita in me, che m'induce a riflettere sul passato. Però, e ciò mi è di conforto, se sin dall'infanzia mi sono lasciato vincere dall'ira; se ho sempre rintuzzata la violenza con la violenza; se troppo ho amato i godimenti, ho d'altra parte avuto pietà per i miseri, pane per i poveri, lagrime per gli sventurati, preghiere per il Creatore.
     Se i poeti della festosa giovinezza riempivano, con i loro canti, di sogni, di tenerezze, di sospiri il mio adolescente animo, ho pure ascoltato, con raccoglimento, i cantori della fede, delle sventure, del dolore. E ho bene inteso, dopo la scomparsa di Maria Luisa, che:

     «Umana cosa piccol tempo dura»
     e sono rimasto pensoso, smarrito su
     «L'infinita vanità del tutto».
     E oggi piango sul tempo consumato a correre, in affanno, dietro alle ingannevoli chimere.

     PARENZI
     Questo tuo improvviso mutamento turba non poco il mio spirito, che si inebria ancora di festosità.
     Che cosa intendi ora di fare?

     FRANCESCO
     Partire, andare lontano, cambiar vita.

     PARENZI
     Partire? Ma tu scherzi.

     FRANCESCO
     Parto, parto, amico. Giunta l'ora, non vi è forza terrena che possa arrestare sull'uscio la morte; che possa impedire al sole di sorgere, alla luna di tramontare.


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Umberto