Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


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     "E vostro marito?"
     "Brav'uomo. Non ha molta dimestichezza con i libri, ma non importa. Qualche rinuncia bisogna pur fare, per non ridurre la vita a povera cosa."
     "Brava. Ora rispondeteci con franchezza. Avreste disdegnato d'ascoltare, in una notte di luna chi, sotto la vostra finestra, con fiorito linguaggio, vi avesse dolcemente elevata nel regno dei sogni?"
     "La donna, sesso debole, si lascia facilmente avvincere dal canto della sirena."
     "Quindi non avreste respinto il notturno cantore d'amore."
     "Chi sa. Forse si, forse no. Il cuore della donna è sempre un po' bizzarro."
     "E se sotto la veste di quel cantore fosse stato nascosto un bandito?"
     "Il lupo non può avere il canto dell'usignuolo."
     "Talvolta... Ma basta con i banditi. Ormai per la vostra e per la tranquillità degli spagnuoli, non ci sono più. Parliamo ancora di voi, colma di sensibilità e di grazia. Ci sembrate, in questo vostro romitaggio, una fresca rosa, fiorita in un campo di rovi. Dovrà essere molto melanconica per voi educata in città questa solitudine."

     "Solitudine per modo dire. D'inverno trascorro il giorno nel lavoro del telaio e nella lettura di libri che mio fratello medico mi manda da Teramo. La sera, raccolti intorno al focolaio, dopo il rosario, si raccontano dai vecchi novelle graziose.
     D'estate si va lietamente nei campi, ricchi di frutta e verso sera si viene qui per godere non soltanto il fresco venticello e il bel panorama, ma anche per lasciarsi trascinare dalle liete e bizzarre fantasticherie.
     Guardo, come facciamo in questo momento, la vallata, il fiume nelle sue tortuosità, Teramo con le torri e i bianchi palazzi; guardo le colline, i villaggi, i monti e penso a coloro che nel passato vennero e a coloro che in avvenire verranno ad ammirare da questo stesso posto le stesse cose. Penso che mentre i fenomeni delle aurore e dei tramonti, del sole e della lune si ripeteranno sempre uguali nei secoli, non così i fenomeni che riguardano i mortali e che quella vallata così ricca d'acqua non debba rimanere sempre nel silenzio. E vedo laggiù, nel tempo, e ponti e strade e nuove case e nuovi villaggi e nuove operosità."


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Umberto