Progredirono i miei ma con me purtroppo tutto finisce. L'onore, l'avvenire, i sogni di grandezza rimangono affidati a questa figliuola, la quale vuol rinunciare alle gioie terrene per consacrarsi, suora, a quelle del cielo."
"Sogno un po' di tutte le fanciulle elette!", replicava il Castiglione. "Sogno che dura sino a quando non rintrona nella valle il suono del corno, non appare sotto il castello il bruno cavaliere.
Non sembra poi che questa fanciulla che gira armata, che sfida i pericoli, abbia predisposizione alla quiete monacale."
"Voi mi confortate, nobile giovane. Speriamo che questo cavaliere non tardi a giungere."
"Forse no. Forse è già in vista."
L'anima di Francesca s'illuminava dinanzi a quell'incontro e a quel parlare di luce nuova. Endimione penetrava dolcemente nel suo cuore ribelle.
Non era trascorso un anno che la ninfa delle acque e dei boschi, la soave Lucina, in una grandiosa festa legava la sua fervida giovinezza non al monastero, ma al nobile cavaliere giunto da Penne e aveva per dote il feudo di Poggio Umbricchio, ormai separato per decreto del re Cattolico dalla repubblica di Senarica.
Ecco che cosa è scritto in questo libro. Così al nome secolare della famiglia Ciantro, subentrava in questo feudo, con il titolo di barone, la non meno secolare famiglia dei Castiglione, dalla quale abbiamo l'onore di discendere.
Mio marito, che ne ha il possesso e i titoli, è appunto un discendente dei Castiglione e si chiama Gianbattista, io Rossana. Voi?"
"Bella la novella piacevolmente letta. Altra novella avevamo udito raccontare di altra castellana, di altro cavaliere, giunto pare su questo colle da lontano. Ma novella tragica.
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