Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


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     Ne volete conoscere meglio i sentimenti? Leggete questa lettera, vi prego."
     E Barbara porgeva e Rossana prendeva a leggere la lettera scritta da Spalato da Santuccio.
     Era evidente la commozione che quella lettera destava in lei. Abbracciava alla fine e baciava Barbara e Cinzia, esprimendo, per i loro mariti, tanta ammirazione.
     "Molti eventi s'ebbero a svolgere, nel fluire del tempo, in questa contrada", aggiunse. "Voi donne vi avete scritta un'altra meravigliosa pagina che non sarà mai cancellata dalla storia. E ricordati degnamente saranno i vostri mariti."
     Intanto il sole era scomparso dietro i monti della laga. Stettero ancora un po' a contemplare mute il salire delle ombre, mentre il cielo si riempiva di luci, i dintorni di stridii, gli animi di pensieri.

     Dopo si ritirarono, per la cena e per il riposo, nelle stanze del castello.
     Durante la cena raccontò alcuni episodi del tempo della rivoluzione di Napoli, che s'era estesa anche negli Abruzzi, sostenuta qui, molto stranamente, dal duca Carafa di Castelnuovo. A Penne il solo padre, Angelo Castiglione, s'era mantenuto fedele al re, per la qual cosa nel 1647 dovette fuggire, lasciando alla mercé dei rivoltosi i beni e la famiglia. Egli, allora giovinetto, rammentava tutto benissimo. Ebbero a vivere in quei tragici giorni ore di trepidazione e d'angoscia, ché il popolo, imbestialito, devastava, uccideva, dava al fuoco i beni, allo scempio i morti.
     Suo padre riconquistò con la truppa messa a sua disposizione, Montepagano e mantenne nell'ordine i paesi del territorio tra il Vomano e il Tronto.


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Umberto