CONTE
Ascolta, ascolta, Berardo, coloro che portano qui con la giovinezza, la fiamma, il canto della vita.
BERARDO
Io non ascolto padre, e perdonatemi, che solo quelle voci che trovano corrispondenza nel mio spirito, illuminato da ben altra luce, scosso da ben altro canto.
FEDERICO
(rivolgendosi a Rainaldo che vede apparire sulla porta)
Ma saremo ascoltati da chi ha ben altro concetto del vivere. E' vero, amico Rainaldo?
RAINALDO
Non comprendo. Spiegatevi.
ENNIO
Per distrarlo dalle sue fissazioni, come amici, volevamo condurre domani Berardo sulla montagna, in festosa compagnia, in cerca di camosci, ma egli rifiuta.
RAINALDO
E', in fondo, coerente a sé stesso. Altri ideali sembra che illuminino, riscaldino la sua mente, il suo cuore.
FEDERICO
Povero amico! Nulla ha perduto di quando era fanciullo. Ma verrai tu, come sempre, a godere le gioie delle giovinezza, che Berardo rifiuta.
RAINALDO
Verrò, verrò.
ENNIO
Domani I boschi di monte Infornace risuoneranno dei trilli delle più belle dame e damigelle, che vi giungeranno da ogni parte, e dai canti che noi uniremo, nel nostro godimento, al mormorio delle acque, al canto del bosco.
FEDERICO
Una vera gioiosa festa, della spensierata giovinezza.
ENNIO
Anche Berardo è giovane.
FEDERICO
Di età, non di sentimenti.
(rivolto ai genitori)
Perdonate il nostro ardire.
CONTE
E' la verità, purtroppo.
ENNIO
(a Rainaldo)
Allora a domani, con l'aurora.
(Ossequiati il conte e la contessa, accompagnati da Rainaldo, i giovani se ne vanno)
FEDERICO
(passando vicino a Berardo, con pietosa aria)
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