Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


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     PINA - Una volta andai a Milano, presso una zia, maritata laggiù. Che brutti giorni! Vedevo tutti correre di qua e di là, come se fossero in ritardo. Mi venivano le vertigini in mezzo a quello strano movimento, in quel confuso vociare da manicomio. Non vedevo l'ora di tornarmene a casa. E' tanto bello il nostro lago!

     BRIGADIERE - Sa, Pina, che con questa sua disinvoltura, si rende sempre più simpatica! La vorrei vedere in altre condizioni.

     PINA - E lei? Non so come faccia, delicato e civile com'è, a reggere questa vita da lupi.

     BRIGADIERE - Per vivere, a servizio della patria, in dignità.

     PINA - (che lo guarda con significativa tenerezza) E' proprio un bimbo. Ma ci sono tanti altri modi di vivere.

     BRIGADIERE - Sarebbero?

     PINA - Modi anche facili, quando non si avessero tanti scrupoli.


     BRIGADIERE - E' vero. Ho molti scrupoli a ricorrere a certi sistemi. Ma se lei, per la bontà del fine, mi incoraggia...

     PINA - (interrompendolo) Quindi sarebbe disposto...

     BRIGADIERE - Ad accogliere le sue confidenze.

     PINA - Bravo. Le voglio dare un bacio. Bisogna sapersi industriare, per vivere, a questo mondo.

     BRIGADIERE - A quale condizioni?

     PINA - Non comprendo.

     BRIGADIERE - Voglio dire: a quali patti.

     PINA - Nessuno, almeno per quanto mi riguarda. Lei sa che le voglio bene e che la voglio aiutare.

     BRIGADIERE - Adunque, mi dica Pina. Il Cecchin e la sua banda me la fecero la settimana scorsa. Ne ho le prove. Sa dove portarono il loro carico?

     PINA - (un po' contrariata) Non so niente del Cecchin, io parlo del Tonio.


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Umberto