Partimmo lieti dal campo di Lonato, persuasi, che muovendoci per i primi, avremmo avuto per i primi occasione di menar le mani: né eravamo del tutto spiacenti di allontanarci da tanta moltitudine di gente. Ma presto dovevamo pur troppo mutar di umore, ed accorgerci a nostre spese, come non convenisse ai volontari agire fuori dell'orbita del comando immediato di Garibaldi. Nella seconda parte della campagna, la prova di questa mia asserzione.
II convoglio per il 2° bersaglieri, posto di recente sotto gli ordini del Cadolini, fu pronto per la sera del 29, e ci trasportò per la mattina del 30 pure a Gorlago, donde raggiungemmo i rossi a Lovere, dopo una breve sosta a Trescorre. Ripartimmo alle quattro pom. del 1° luglio, incalzati dalle esortazioni del colonnello, che temeva un assalto a Edolo dalle valli convergenti, e che quindi provvide perfino ad apparecchiarci a Breno tutti i carri che gli fu possibile raccogliere, su' quali, un' ora dopo la mezzanotte, si ammucchiarono i bersaglieri per essere deposti, all'alba del 2, sulla piazza di Edolo, “sballottati come tanti maiali condotti al macello”, per servirmi di una frase verista colta a volo durante il viaggio. |