Il Cadolini era solo, forse, o per lo meno il più tenace nella illusione, e ronzava sovente intorno al generale per trovare il momento opportuno di ripetergli l'antifona conciliatrice. Lo colse una volta, e gli tenne un discorso commovente. Il generale lo ascoltò tranquillo, lo guardò blando, e, senza aggiunger verbo, gli donò una camicia rossa di tessuto finissimo, ricamata in seta, che faceva il paio con un'altra, che egli serbò per sé, offertegli da un'ardente ammiratrice catanese.
Non tutti però i buoni uffici de' nostri deputati riescirono inefficaci. Essi ottennero la soppressione di un proclama incendiario; persuasero padre Pantaleo a desistere dalle prediche esaltate; essi diedero savi consigli ai numerosi ufficiali dell'esercito che avevano chieste le dimissioni, e a quelli che volevano chiederle; indussero molti disertori a far ritorno ai loro reggimenti; si intromisero fra il Municipio ed il generale Mella, calmando la cittadinanza. Dopo che Garibaldi ebbe lasciato Catania, essi si avviarono per terra a Messina e di là, su l'Abatucci, a Napoli, ove Mordini, Fabrizi e Calvino furono arrestati con quel risultamento, che tutti sanno, e che ebbe alla Camera un'eco così clamorosa. |