ALLE MIE CARE FIGLIUOLE
Dedico a voi questi ricordi, scritti per amor vostro, pensando che un giorno vi sarà caro conoscere quale parte, anche modestissima, vostro padre abbia avuto ne' fatti del risorgimento della patria.
Mi sono poi indotto a pubblicarli, nonostante la loro nota intima e personale, perché m'è parso, che insieme con tanti altri libri dello stesso genere, essi possano concorrere a definire il carattere di quell'epoca memorabile.
Sebbene dettati molti anni dopo gli avvenimenti, questi miei ricordi hanno il loro fondamento storico, per le campagne del 1859 e del 1860, e per la spedizione in Aspromonte, in un accurato diario di mia madre, donna di alti sensi e di gran cuore, nelle mie lettere dal campo, e negli scritti de' congiurati e degli amici di quel tempo, tutti da mia madre religiosamente conservati; per le campagne del 1866 e del 1867, quando mia madre non era più, nei documenti sincroni, nei miei appunti, e nelle lettere dei miei compagni d'armi, da me raccolte via via con grande amore anche prima di aver pensato a scrivere qualcosa. Durante questo mio lavoro, non invano più e più volte mi son diretto ai miei commilitoni, i quali sempre hanno corrisposto largamente all'invito, di che rendo qui loro sinceramente grazie.
Voi, mie care figliuole, abbiatevi il libro con quella pura gioia dell'animo, con cui io l'ho scritto nelle ore d'ozio di questi ultimi anni della mia vita politica.
Besozzo, il capodanno del 1892.
GIULIO ADAMOLI
CAPITOLO I
IN PIEMONTE
(1859)
Poiché mi propongo di raccontare ciò che feci vidi e udii, durante gli avvenimenti del nostro riscatto ai quali partecipai, piglio per punto di partenza il 1858, quando, a dieciotto anni, studente di matematica nell'Università di Pavia, incominciai ad associarmi, insieme coi condiscepoli, alle dimostrazioni contro gli austriaci, le quali precedettero la campagna del 1859.
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