Bravo Fezzi! Severo, arcigno, temuto ed amato nello stesso tempo dalla compagnia, di cui si occupava assiduamente, imparziale, di una solidità a tutta prova, aveva tutte le qualità dell'antico soldato piemontese. Nativo di Cremona si era arrolato nell'Esercito Sardo nel '48. Una seconda medaglia al valore, oltre quella del '59, si acquistò a Perugia nel '60. E da soldato morì alla testa del battaglione che comandava, il 24 giugno del 1866.
Prima però di procedere oltre, voglio far parola di un episodio, che avvenne non lungi dalla brigata dei granatieri già estrema destra dell'esercito sardo, e di cui non ho trovato alcuna menzione negli storici, che consultai; chiarire cioè la posizione, che una nostra brigata di artiglieria occupò durante la battaglia presso l'ala sinistra dei francesi. L'episodio mi fu, or non è molto, detto dal general Biandrà, capitano allora in quella brigata. |