Anche a Firenze la commissione, nominata il 6 maggio dal governo a fine di preparare il lavoro per la formazione del corpo dei volontari, composta di deputati garibaldini e di generali dell'esercito, assecondò la corrente favorevole ai carabinieri, proponendone con voto unanime, nella seduta del 20 maggio, la creazione. E il Ministero, che aveva fino allora nicchiato a costituire de' corpi speciali fra i volontari, vinto da tante sollecitazioni, emanò ai di 27 il decreto per la istituzione delle Guide, ai 29 quello per i due battaglioni, che volle però denominati di Bersaglieri Volontari, genovese il primo, milanese il secondo. In seguito a quel decreto, il Ministero invitò la giunta municipale di Milano a incaricarsi di ricever essa le offerte in denari e in carabine per l'armamento del secondo battaglione, che affluivano numerosissime; e la giunta, accettando, ne avvisò il pubblico con patriottico proclama.
Non solo Milano, infatti, s'interessava alla creazione del suo battaglione, ma la Lombardia tutta e non poca parte d'Italia vi prendevano parte. Il municipio di Lodi, per iniziativa dei signori Zanoncelli e Zalli, membri emeriti della società de' carabinieri prima, poi arditi bersaglieri del battaglione durante la campagna, donò dieci carabine; altrettante quello di Bergamo; Brescia rilasciò un assegno per ventotto carabine; per trenta la deputazione provinciale di Cremona. La società del tiro di Brescia diede in prestito quindici carabine, e tre ne diedero allo stesso titolo i carabinieri varesini. I corpi santi di Milano votarono 2500 lire; Firenze 4000; Pavia 1000; la deputazione provinciale di Bergamo 3000; 6000 ne mandò il comitato italiano di Londra; 600 Cuneo; e così via. |