Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Il deputato Asproni si affrettò di portare da Firenze a Roma la nuova della minaccia, comunicandola ai suoi amici, quei tali prelati, a' quali aveva fatta allusione monsignor Randi nel suo colloquio con Francesco Cucchi: ossia, monsignor Sagretti, e il padre Tosti, abate di Montecassino; e costoro, a loro volta, ne riferirono al cardinale Antonelli, il quale, atterrito al pensiero di aver su le braccia i due irrequieti rappresentanti al Parlamento italiano, e di attirarsi in casa un vespaio di quella fatta, si decise a proporre la grazia dell'Aiani a Pio IX.
     Monsignor Sagretti, è da notarsi, apparteneva a una famiglia, che nutriva antico astio con i Mastai di Sinigaglia: un fratello del prelato, maggiore dei gendarmi, aveva, in altri tempi, perquisita la casa paterna del futuro pontefice; circostanza, che Pio IX non aveva dimenticata neppure sul sacro soglio. Dell'abate Tosti, animo buono e ingenuo se altro mai, nulla io devo dire, perché egli, tuttora vivo, è caro agl'italiani di ogni partito.

     Io raccomando allo studioso, che vorrà narrare la storia degli avvenimenti di Roma del 1867, di non trascurare i moltissimi episodi e gli aneddoti d'ogni genere, perfino le dicerie e le invenzioni, se avrà in mente di offrire al lettore il carattere e lo spirito di quel tempo. Troverà nell'un campo e nell'altro, nel liberale e nel clericale, copiosi materiali; ma si affretti a raccoglierli, perché la generazione che può darglieli di prima mano, va assottigliandosi rapidamente. Non ne solleciti però la pubblicazione, perché le passioni e i rancori, le gelosie, i sospetti non sono del tutto spenti; anzi, molto acume e lunga meditazione occorreranno per cavare fuori un racconto onestamente imparziale, ma interessantissimo. Elementi abbondanti gli saranno forniti dai manoscritti, e dagli stampati; ma i documenti più preziosi egli troverà su la bocca di coloro, che tuttora sopravvivono.


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Umberto