Non solo io non fui in Italia il settembre di quell'anno, ma, quel che è più, dei nostri casi avventurosi io non ebbi sentore che molti giorni dopo, perché io era in quel tempo nella regione che il nostro Principe Ereditario visitò due anni or sono, cioè nell'Asia Centrale. E là, quasi nella stessa ora, in cui le nostre truppe entravano nella città eterna per la breccia di porta Pia, io penetravo, con lo stato maggiore del generale Abramoff per la breccia, aperta dal cannone russo, nelle città di Kitab e di Sciaar, poco lungi da Samarcanda, culla l'una, l'altra prediletta residenza del grande conquistatore Tamerlano1.
Giunto pertanto, il 7 ottobre, ad Orsk negli Urali, dopo una fortunosa traversata della steppa Kirghisa, a settentrione del mare d'Aral, durante la quale perdei un equipaggio e due servi massacrati dai predoni nomadi, io non ancora sapevo nulla dell'esito del conflitto delle due grandi potenze occidentali. |