A mia madre
Donna Maria Carolina Marotta
dei Duchi di Castelnuovo
nell'affetto
che vince lo spazio, supera il tempo.
INDICE
Prefazione
Nel crepuscolo della vita
Sulle rive del Vera
Ritorno a Rocciano
Adolescenza inquieta
Ritorno a Giffoni Vallepiana
In cammino
Il bimbo di Oria
Smarrimento
Il fondo toccato
Luci nella tempesta
Nelle ansie della patria
Nelle luci della vita
Oltre la meta
Pellegrinaggio mistico
Vita spezzata
PREFAZIONE
Madre, queste memorie, scritte nel primo centenario dell'arrivo degli Adamoli nella terra degli Abruzzi, sono dedicate a te, al tuo dolce nome, al tuo luminoso ricordo; a te, che sei stata la più buona delle donne, la più affettuosa delle mogli, la più santa delle madri.
Non so se nel mondo, in una divina volontà, sia tutto preordinato, o se le umane vicende siano regolate da un cieco destino. So, per quanto mi riguarda, che io nascevo da nobili genitori, e nascevo dove non erano nati gli altri fratelli. So che a me era imposto un nome, storico e armonioso, scelto da quei coloni delle vicine terre, che visitavano, con affettuosa religiosità, la mia culla colorata di celeste, nella campagna di Frondarola, nella casa solitaria, avvolta dai profumi dei fiori, allietata dal canto della primavera. Questo io so, o madre. So anche, allorché l'animo s'apriva attonito alle luci, nell'aurora della vita, che caro mi era e dolce sedere a te vicino; seguire ovunque, ansioso, i tuoi passi; carezzare, felice, il tuo capo dai meravigliosi neri capelli; udire, commosso, la tua meravigliosa voce, nel tuo bel canto; baciare, affettuosamente, il tuo rosso viso.
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