Durante il tempo trascorso alle armi, scrupoloso osservatore delle leggi, non mi ero interessato di partiti. Quando tornavo alla vita civile, padrone di me e delle mie azioni, sceglievo nell'ordine politico la mia via, e sceglievo il fascismo. Sceglievo il fascismo perché il fascismo, nello spirito di Roma e nella luce di Vittorio Veneto, aveva osato coraggiosamente di elevare la sua sdegnosa protesta contro coloro che, in un perfido egoismo, mettevano l'Italia in un ingiusto stato di umiliante inferiorità.
Non potevo, quindi, dinanzi al suo crollo non restare pensoso. Prima di fascista però ero italiano. Quando i tedeschi, per effetto dell'armistizio, concordato dal nuovo governo, presieduto dall'ambiguo Pietro Badoglio, occupavano la città non più da amici, assecondando ancora il generale desiderio, rimanevo a quel posto divenuto, con i nuovi eventi, colmo di gravi pericoli. |