Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Tutta l'agitazione gravitava intorno a un centro, la famiglia Cairoli, riservata a così alti destini. Benedetto, il maggiore dei fratelli, e per il suo passato, e per le nobili doti del cuore e della mente, esercitava su tutti noi una influenza incontestata. I fratelli minori, simpaticissimi, si distinguevano già per una temerità eccezionale. La madre, donna Adelaide, accoglieva e incoraggiava, conquistando tutti con la gentilezza singolarissima dei modi. L'intera famiglia, strettamente unita dal più vivo affetto, aveva fino da quel tempo, dedicato alla patria e vite e sostanze, e non indietreggiava dinanzi ad alcun sacrificio, che potesse tendere allo scopo.
     Da allora data quell'amicizia dei miei e mia per i Cairoli, la quale, lungo le vicende del risorgimento, si fece sempre più intima e più schietta. Benedetto chiuse pietosamente la tomba di mio padre, me lontano su le spiagge africane; Benedetto mi considerò come fratello, ed io lo ricambiai d'ineffabile devozione, che alla sua memoria conservo inalterata.

     Insieme con quelle anime nobilissime, c'insegnavano a servire la patria Angelo Bassini, già provetto, che c'intratteneva della difesa di Roma, cui aveva preso parte, e della sua familiarità con Pippo (così chiamavasi fra gl'iniziati il Mazzini); Giacomo Griziotti, che ci consigliava con l'autorità dell'esperto cospiratore; Berduca, i fratelli Novaria, e tanti altri pavesi, che ci colpivano potentemente la fantasia con l'audacia de' propositi e de' desiderii. Un Franzini ci offriva sovente cordiale ospitalità per le riunioni segrete.


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Umberto