Lo sciagurato omicidio, nell'eccitamento generale delle menti, non fu stigmatizzato come meritava. Il Travelli vi scrisse su una poesia che incominciava:
Da un rotto brando nacque il pugnale,
Di forte acciaro, terso ed acuto;
Ad un tiranno, colpo mortale
Vibrò dapprima: per man di Bruto:
Scende da quello, per ordin retto;
Il mio stiletto!
e finiva con la strofa lugubre:
E' fredda l'aria, la notte oscura;
Un'ora attesa, per Dio, è giunta.
Stringe la mano l'impugnatura,
La via del cuore cerca la punta.
E' morto ? Bene! Andiamo a letto;
Vieni, stiletto!
Il triste contagio della imitazione fece perfino serpeggiare il proposito di rinnovare l'esempio del Briccio sugli ufficiali tedeschi (tedesco, od anche croato erano sinonimi, non del tutto smessi dalla nostra generazione, di austriaco): ed in qualche crocchio si tirò a sorte a chi spettasse incominciare. Ma, ben inteso, la gentilezza innata dei giovani e la rettitudine degli animi stornarono subito il turpe disegno. Così nelle Università della Germania, quando Schiller pubblicò i Masnadieri, per analogo processo morboso, gli studenti, esaltati dalla lettura del dramma, si buttavano alla macchia.
Oramai qualunque incidente serviva di pretesto a far baruffa. Una sera dello stesso dicembre, dinanzi al caffè Demetrio, in seguito ad uno schiaffo dato dal tavoleggiante ad un ufficiale, per poco non si venne alle mani. Si era già rotto il selciato, preparate le catene da sbarrare il Corso; ma i soldati si ritrassero nel Castello.
La polizia sbuffava; arrestava alcuni studenti e li rinviava alle loro case; altri chiamava negli uffici ed ammoniva severamente: aveva un po' perduto la testa. Finalmente si decise a chiudere l'Università, e noi rientrammo in seno alle nostre famiglie a prepararci ad un'azione più efficace, che non fossero le dimostrazioni di Pavia.
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