Guidati da un pilota del luogo, riprendemmo la rotta lungo le aspre e nude coste della Sardegna, e la mattina del 29, costretti di nuovo a rifornirci di carbone, gettammo l'ancora nella rada di Cagliari, incerti sempre dell'accoglienza, che avremmo trovato presso le autorità, e inquieti per la presenza poco gradita di una nave da guerra sarda, l'Authion, comandata dal tenente di vascello Piola Caselli.
Tolto rapido consiglio, l'Agnetta scese nella lancia e si recò diritto a bordo dell'Authion, mentre noi ci rannicchiavamo sotto i parapetti per non tradire la vera destinazione del nostro legno.
L'Agnetta doveva tastare prudentemente il terreno, senza scoprirsi; e qualora il comandante regio avesse dimostrato intenzioni ostili, ciò che temevamo, se le notizie di Garibaldi non fossero buone, il Lavarello aveva stabilito di far credere senz'altro, che il suo non fosse che un pacifico vapore mercantile diretto ad Atene, come dichiarava la patente.
Per buona sorte, l'ansia durò poco. Dopo breve colloquio, l'Agnetta tornava nella lancia, spinta a tutta lena, e ci gridava, agitando il fez che portava sempre: “Garibaldi è entrato in Palermo!” E noi a levarci in piedi, e a sporgerci dai parapetti, prorompendo in un'acclamazione entusiastica, sebbene la notizia deludesse le migliori speranze nostre....
L'Authion arrivava appunto da Palermo per trasmettere al governo l'avviso, che Garibaldi, entrato nella capitale della Sicilia la mattina del 27, vi si batteva e vi si manteneva.
Mentre poi si ammucchiava su l'Utile tutto il carbone che si poteva far stare, ingombrando persino il ponte, e noi passeggiavamo per Cagliari, aspettando con febbrile impazienza l'ora della partenza, l'Agnetta si abboccava di nuovo con il comandante Piola, il quale cortesemente gli communicava altri ragguagli preziosi. Lo avvertì che la flotta napoletana occupava il porto di Palermo, e quindi non dovevamo lusingarci di penetrare colà; che la crociera durava attivissima lungo le coste per impedire i soccorsi, e quindi era uopo usare le maggiori precauzioni nel tentar l'approdo.
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