Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Il 1860, dopo aver cooperato ai preparativi per la spedizione dei Mille, raggiunse il Medici a Palermo; si battè a Milazzo, guadagnandovi il grado di capitano presso lo stato maggiore. Fu presente alla resa di Messina, alla battaglia del Volturno. A Caiazzo arrestò la ritirata precipitosa dei garibaldini, e la protesse, difendendo con pochi uomini, per più di un'ora, una barricata improvvisata; per questo fatto venne creato maggiore, e decorato, in fine di campagna, con la croce di cavaliere di Savoia.
     Non ripeterò qui la parte presa dal Castellini, insieme con il Carissimi e il Nicotera, nella spedizione del 62, che ho narrata nel capitolo precedente.
     Dopo quell'anno il Castellini adoperò la sua attività nel consiglio comunale, nella banca popolare, nei magazzini cooperativi, nella propaganda dei principi democratici in tutte le manifestazioni più benefiche dell'attività sociale. Milano lo ricorda.

     Finalmente, della società dei carabinieri egli fu in origine uno dei promotori più attivi, e negli anni successivi un propugnatore perseverante e convinto del suo sviluppo. Del battaglione, che emanò dalla società, fu iniziatore ed ispiratore; naturalmente, e senza opposizione da parte di chicchessia, ne diventò quindi il comandante.
     Sebbene io non appartenessi alla società de' carabinieri, il Castellini m'invitò fra i primi a entrare nel battaglione; ed io accettai con piacere, perché, avendo preso parte all'ultima campagna come ufficiale nello stato maggiore, vagheggiavo di fare anche la nuova in un corpo speciale. Il brevetto di capitano, che mi fu rilasciato, porta la data del 1° giugno.


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Umberto