Studiato così il piano di attacco, Garibaldi era disceso con la stessa fretta, onde raccogliere e rinviare sollecitamente sul posto i reggimenti disponibili, mentre il Bezzi rimaneva ad Anfo con l'incarico di riceverli, prepararli, e, nel caso il generale ritardasse, incominciare la offesa nel tempo prestabilito. Invece, trovò pronto soltanto il nostro battaglione, chiamato per dispaccio a Portese, e però quello soltanto aveva mandato innanzi, sperando che insieme con le due compagnie del 2° reggimento, già sul luogo, riuscissimo almeno ad iniziare, entro la giornata del 24, il movimento cui egli tanto teneva. Ma neppur noi, come s'è visto, arrivammo in tempo.
Si presero però, durante la notte, tutte le disposizioni per eseguire l'operazione il 25. Castellini, prima dell'alba, si portò innanzi ad esplorare il campo, e inviò a me, di buon'ora, l'ordine seguente:
“Signor Capitano
della 2a Compagnia Bersaglieri
“Ella prenderà il comando della divisione, composta della 1a e della 2a compagnia bersaglieri e della 1a compagnia fucilieri (fucilieri o rossi, come da noi eran detti comunemente i volontari dei dieci reggimenti armati di fucili ordinari e vestiti di camice rosse). Marcerà da Sant'Antonio verso Monte Suello, fin dove troverà il picchetto del nostro esercito, e farà alt, attendendo di vedere come venga, dalla colonna da me diretta, occupato Caffaro; e se riesco senza resistenza ella mi attenda od attenda mio ordine di marciare a Bagolino, dove prenderà posizione prudentemente, come fosse avanti al nemico, ed occorrendo, accampi fuori Bagolino e sarà meglio.
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