Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Dimostrata pertanto erronea la supposizione, che il Castellini si fosse fitto in capo di avversare le disposizioni del maggiore del 4°, si elimina l'altro appunto, di aver egli, per pura ostinazione, persistito a riconquistare il paese, anzi che stabilirsi in una forte posizione a valle. Diventa chiaro che egli continuò a marciare verso Vezza in ossequio alla consegna, com'era suo obbligo, non avendo ricevuto alcun avviso in contrario. Anzi, il Castellini doveva aspettarsi a buon diritto di vedere gli altri battaglioni seguire il suo movimento.
     Quanto agli ordini di ritirarsi, reiterati, si dice, al Castellini, dopo che egli ebbe impegnate le sue compagnie, se mai gli giunsero, ei non poteva eseguirli li per lì, mutando d'un tratto tutte le sue disposizioni, senza scompigliare i volontari appena lanciati al fuoco con impulso vigoroso. Probabilmente vi avrebbe ottemperato, con la ponderazione e la misura richiesta dalla situazione di fronte al nemico, se non fosse stato ucciso.

     Nel fatto poi, e indipendentemente da qualsiasi congettura, la marcia in avanti del 2° battaglione, se anche fu difettosa in qualche parte, e sebbene non entrasse nella previsione dei capi, fu quella che riparò, per quanto era possibile, gli errori originali nella disposizione delle truppe e gli errori susseguenti nei movimenti di molte di esse. Poichè nessuno aveva pensato a organizzare la difesa alle trincee di Incudine, ordinata dal Cadolini; e quando il nemico vi fosse arrivato al seguito degli avamposti di Mezza, che si ripiegavano, avrebbe trovato i nostri impreparati affatto a riceverlo. Il Casteliini accorrendo in soccorso di Vezza, persuaso di eseguire il piano prestabilito, arrestò fortunatamente il nemico imbaldanzito; impedì, che que' nostri in ritirata venissero sopraffatti, e diede a essi il tempo di riordinarsi e, se ne avessero avuto voglia, di fortificarsi saldamente; né con ciò si precluse la facoltà di prendere più tardi posizione con le sue compagnie, come realmente queste la presero poi che egli fu spento, ma non prima di aver provato, che anche noi sapevamo caricare, e di aver tolta la voglia agli austriaci di seguirci.


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Umberto