Giulio Adamoli
DA S. MARTINO A MENTANA
(Ricordi di un volontario garibaldino)


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     Nella stessa notte del 4 luglio il battaglione ripigliò posizione ad Edolo, e la notte del 5 a Incudine, ove rimase la giornata del 6 a scegliere, sotto la direzione del Cadolini, i punti, che doveva rioccupare con gli avamposti. Quindi dal 6 al 13 la 1a e la 3a compagnia alternarono, ogni ventiquattr'ore, con la 2a e la 4a, il servizio a Incudine, e il riposo in Edolo.
     Durante quei turni, due gioie intime vennero a compensarmi di molti affanni. La prima, un appagamento del cuore, me la diede la visita di mio padre, il quale però, non appena si fu assicurato che stavo bene, medicandomi di sua mano la lieve scalfittura, ed ebbe confortati i feriti, e rimpianti i perduti, ripartì per Valle Giudicaria, stimando la nostra azione, lontana da Garibaldi, di poco conto. Né a torto, ché infatti non facemmo più nulla, mentre egli, dall'altra parte della montagna, vide i nostri compiere fatti davvero importanti.

     La seconda, una soddisfazione del cuore e insieme dell'amor proprio, me la diedero i bersaglieri. Avendo l'amministrazione centrale ordinato di nominar capo del deposito di Bergamo un ufficiale con il grado di capitano, l'Oliva, per adempiere alla formalità imposta, scelse me, senza togliermi, ben inteso, dal comando attivo della 2a compagnia. Ma quando la sera, dopo la ritirata, si lesse della mia destinazione nell'ordine del giorno, la compagnia scoppiò unanime in un grido di protesta. I miei bersaglieri, credendo che io partissi per Bergamo, mi si fecero intorno, giurando che non avrebbero più impugnato la carabina, né sarebbero più scesi in campo contro il nemico, se io non li guidavo, accompagnando la dichiarazione con le più calde dimostrazioni di fiducia che io abbia mai ricevute. Ne rimasi tanto più commosso quanto meno me lo aspettavo, sapendo di godere reputazione di duro, e, più ancora, sapendo di meritarla. È proprio vero, che l'esecuzione coscienziosa del dovere non falla mai, e conquista, alla lunga, meglio assai delle facili compiacenze.


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Umberto