Il giorno 14 il battaglione rimase riunito a Edolo; ma l'indomani si portò a Incudine, in seguito a un falso allarme provocato da certi movimenti delle truppe dell'Albertini, che uscite da Ponte di Legno, calavano nuovamente lungo la valle. Il 16, poi, si abbandonarono tutte le posizioni, per concentrarsi col 4° reggimento a Cedegolo, e di là, indirizzati gli impedimenti e i cavalli alla volta di Brescia, ripartire la sera stessa per Valle di Saviore. Un dispaccio, spedito di furia dallo stato maggiore di Garibaldi in data di Storo, aveva imposto a Cadolini di sgomberare Valcamonica con il suo reggimento e i bersaglieri, di valicar la montagna che ci separava da Valle di Fumo, e di scendere per quella sino a Valle di Roncon per riunirci agli altri reggimenti garibaldini.
Non appena si uscì di Cedegolo, l'oscurità crescente e le difficoltà della via alpestre obbligarono la colonna a fermarsi e bivaccare; solo al mattino seguente si raggiunse Val di Saviore, ove si aspettavano i viveri, i quali non sarebbero giunti, essendo l'intendenza scomparsa, se il nostro furiere della 1a compagnia, l'ingegnere Federico Toni, un giovane e valoroso veterano, che diventò poi una delle colonne del tiro a segno di Milano, non avesse salvata la situazione. |