Quel pellegrinaggio all'Ariccia rimane per me una delle più care rimembranze di quei due grandi uomini. I giornali pubblicarono solennemente, che Cairoli avesse pattuito con Garibaldi la sua intromissione per acquetare i radicali, e stretto non so quale altro accordo; eppure io, che non mi staccai un momento dagli interlocutori, e non perdei sillaba dei loro discorsi, di tutto ciò non avevo udito nulla.
Tiriamo via!
Finalmente un messaggero dello stato maggiore, quella stessa mattina, insieme con la notizia poco gradita della conclusione dell'armistizio, consegnò a Cadolini il sospirato dispaccio, che spiegava com'ei dovesse scendere per la valle di Daone; e del lieto annunzio ci fecero accorti, assai prima che arrivasse a noi, le calorose dimostrazioni di gioia del campo dei rossi, che noi dominavamo dall'alto, e che in un baleno si allestirono per la partenza. Poco dopo, il reggimento, a malgrado dell'ora inoltrata, sfilava dinanzi a noi, affrettandosi giù per la valle; seguivano i bersaglieri, quando già il crepuscolo imbruniva.
La discesa per quel sentiero alpino, di notte, fu disastrosa; ma si andava via di lago di Campo, e non ci si badava. Due plotoni della mia compagnia, che avevano spinta quel giorno una ricognizione fino alle Seghe del Glisenti, e ne erano ritornati stanchi morti, ci servirono di guida. La maggior parte però dei nostri non potè proseguire fra le tenebre; e accesi i fuochi, attese nei boschi, su la china del colle, l'apparire dell'aurora.
A Creto trovammo, bene o male, di che sfamarci, dopo così lungo digiuno; ma soprattutto di che dissetarci. Il battaglione in massa, capitani e gregari, si diede il lusso, e non a torto, di una sbornia, gaia, tenera, espansiva, in cui furono affogati tutti i dispiaceri di lago di Campo; una sbornia, però, che uno scellerato di contadino ci fece digerire male, aprendo le chiuse del suo prato, da noi invaso nonostante le sue proteste, e quindi inondandoci mentre russavamo beatamente. Un vero tiro birbone, che all'autore, se l'agguantavamo, sarebbe costato caro.
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