Avvertito del contrattempo, il Guerzoni ne fe' subito parola a Benedetto Raffo, il quale, insieme con altri patrioti, escito di città la notte del 20 ottobre, tolse via dalla sabbia quante armi e munizioni gli fu possibile, e le trasportò parte a Vigna Matteini sopra il ponticello, parte in un grottone presso Tor di Valle. Ma lì altra sorpresa: mentre si dispongono le casse, in fondo della grotta, al chiaror delle fiaccole, ecco affacciarvisi i boari, soliti a pernottare colà; e il Raffo, perciò il segreto non sia tradito, rinchiude, insieme con i fucili, uomini ed animali, e fa tutti custodire a vista.
A dir tutto in breve, le armi di Terni furono arrestate dalla interruzione della ferrovia fra Orte e Passo Corese, né le poche, affidate ai Cairoli, andaron oltre i Monti Parioli: e quelle di Follonica, giunte all'ultimo momento, parte andarono perdute nel Tevere, parte caddero nelle mani de'nemici. In conclusione, gli insorgenti iniziaron la sommossa con poche rivoltelle, che alcune patriottiche signore, come Luisa Morlacchi e Adele Narducci, avevan recate in città, sotto i cuscini di un ampio carrozzone prelatizio. Non è quindi da meravigliare se il tentativo della sera del 22 ottobre degenerò in un tafferuglio, che fu rapidamente sedato. |