Eravamo lassù, alla montagna, da quattro giorni. Le provviste, per un eccezionale appetito, determinato dal freddo e dalla giovinezza, erano state esaurite innanzi tempo, e la fame tormentava lo stomaco. I villaggi, dove ad ogni modo non si poteva andare, erano in fondo alle valli, o su lontani poggi. Sul mezzogiorno, nell'ora in cui tutto il mondo della cristianità, dal tugurio alla reggia, dalla casa più povera alla casa più ricca, s'imbandivano pranzi, noi uscivamo dalla caverna, come lupi affamati, per visitare, tra le difficoltà della neve, i vicini casolari. In uno di essi, dopo non lievi fatiche, scovammo, finalmente, avanzi estivi di polenta, bene ammuffita. Con quella polenta, che la fame rendeva molto gustosa, festeggiammo anche noi il santo Natale.
Ed eravamo felici! |