L'incontro avvenne nel giorno d'una festa cara. Giunsi alla casa silenzioso con l'ansia di un cavaliere errante, alla ricerca del castello intravvisto nel sogno. E teneri furono i racconti sulle nostre speranze, sulla storia delle nostre anime in pena, delle nostre anime in festa. Successivamente, in un fresco mattino di giugno, senza chiasso, senza corteo, ci presentammo dinanzi all'altare d'un Santuario, per completare, nel sacro rito, la nostra festa. Andammo, quindi, nel nostro volo a posarci su quel Vomero, coperto di aranci, dinanzi al quale si apriva, con la maestosa bellezza, l'ampia distesa del golfo incantevole. Vedevamo, nell'eterna poesia, le vele bianche andare come sogni, sui palpiti delle onde. Vedevamo uscire dal mare le isole brune, soggiorno di fate, e pił lontano, con l bianco pennacchio, il mitico Vesuvio.
Rifacemmo, passo passo, religiosamente, la via gią da altri fatti, nella serena gioia del roseo evento. |