T. Col. Umberto Adamoli
NEL ROMANZO DELLA VITA (MEMORIE)


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     "La fulgida prova di eroismo da Lei data in guerra e gli utili servizi sempre resi in pace, in pro dell'amministrazione stanno a dimostrare che la Patria potrà, in qualsiasi circostanza, fare su di Lei sicuro affidamento."
     Ma fra le tante mi è caro riportare quella scritta con genuina semplicità dai sottufficiali che mi dipendevano:
     "Non festa, né parole le potranno dimostrare in quest'ora non desiderata l'affetto, la stima, la perenne gratitudine dell'animo nostro, noi che abbiamo sempre apprezzato le di Lei esimie qualità di cuore, d'intelletto, di sapere.
     Noi piangiamo il suo allontanamento perché sappiamo di perdere una persona di tempra adamantina, un saggio consigliere, una sicura guida, il patrocinatore della nostra bella divisa, la divisa del Finanziere italiano che Lei voleva vedere assurto a quella stima e dignità, di cui per le sue benemerenze ha sacrosanto diritto. Ed insegnava a noi, col valore della penna, con la fermezza, con la fede e la passione il culto ardente per la patria adorata. Per la patria, ma anche per l'esaltazione e l'onore del Corpo Ella ebbe a combattere da valoroso sui campi di battaglia: ebbe ad avere le carni dilaniate dal piombo nemico; ebbe ad avere sul campo l'insegna dei prodi."

     Il colonnello Amos Meucci ch'era stato con me in guerra, in quei giorni tra l'altro, per un mio articolo, mi scriveva:
     "Ti stringo fraternamente la mano in atto di piena solidarietà per la tua esauriente e nobile risposta alle Forze Armate.
     Soltanto tu, che per me, e non soltanto per me, sei la medaglia d'oro virtuale del Corpo tra i viventi, avevi titoli per rispondere all'anonimo scrittore e di rispondere come hai risposto."


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Umberto