La città vi aveva guadagnato, senza dubbio, ma vi aveva scapitato la tranquillità della famiglia. Uscivo di casa, ogni giorno, poco dopo il levare del sole e vi tornavo soltanto per consumarvi i pasti. Volevo essere sempre presente a tutti gli impegni, di ogni ordine. Di largo conforto erano le ore che trascorrevo all'Ente d'assistenza ad ascoltare, a lenire le pene del popolo misero, malato, sofferente; le ore che trascorrevo tra la purezza, la gaiezza dei bambini dell'Asilo, che si stringevano a me come alle loro madri, festosamente. Asilo da me creato quasi dal nulla. Cari bambini, gioiosi e innocenti ora, quale sarebbe stato nel crescere il loro avvenire? Molti sarebbero caduti, forse, sulla via della vita, innanzi tempo; altri, nelle alterne vicende, non avrebbero superato la comune sorte di poche gioie e di molti dolori; altri, crescendo, non sarebbero sfuggiti, come fatalità, agli oscuri atavici istinti; qualche altro, magari per propri meriti, si sarebbe elevato molto in alto. Formulavo per essi ad ogni modo, nel carezzarli, i migliori auguri.
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