Seguivano le funzioni di maggio, nella chiesa infiorata, ove, tutte le sere, accompagnavo la mamma.
Seguiva la processione del Corpus Domini, che, nella campagna, saliva, con gli stendardi multicolori, con le statue, con il Santissimo, su le strade cosparse di fiori, ornate di festoni. Saliva su i colli, gialli di ginestre, rossi di papaveri, per benedire dall'alto la terra in vista, nella santa feconditą.
Nell'estate giungevano a mettere a rumore Tempera i parenti dell'Aquila, che vi avevano la proprietą, tra cui il giovane avvocato Vittorio Vicentini, figlio di Ascanio e di Febronia, alla nostra famiglia assai affezionato.
Vivevamo, quindi, bene anche in questa nuova residenza.
Veniva a migliorare, inoltre, le nostre condizioni economiche una donazione in terreni e casa, da parte di una parente.
Quei terreni costituivano una piacevole attivitą. Per renderli maggiormente produttivi si lavoravano quelli sino allora lasciati incolti; si estendeva la coltivazione dello zafferano; si piantavano nuovi vigneti, nuovi frutteti.
Erano quei terreni, inoltre, la nostra gioia. Vi andavamo, nella bella stagione, per assistere ai lavori, per attingervi, nell'aria libera, nuova salute, nuove energie. Vi andavamo quando i mandorli, i peschi, i meli, i ciliegi, con la policrome fioritura, davano un nuovo vago aspetto alla contrada, nuovi sentimenti all'animo commosso. Vi andavamo pił spesso quando tutti quei fiori s'erano trasformati in succosa frutta, ed i vigneti facevano pompa di dorati grappoli.
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