Ma pensavo, con sgomento al vasto programma che ivi si doveva svolgere, nella durata di due anni, per conseguire, dopo altri rigorosi esami, la promozione ad ufficiale.
Qualche volta s'usciva, con la mente stanca, nel vasto parco, anch'esso cinto da ogni parte, per ammirarvi le bellezze, di cui era ricco. Pareva veramente uscito dal genio acceso d'un fantasioso artista. Viali ampi, colmi di verde e di silenzio, nel centro; vialetti infiorati ai lati, con boschetti in fondo, che chiudevano i prati. Qualche rotonda, con aiuole, e qualche fontana di graziosa fattura; poi laghetti con cigni, deliziosi come sogni. Pił avanti, in fondo, nella collina, dopo altro ombroso viale, il regno delle cascate: regno della immaginosa mitologia, dell'alta poesia. Ninfe qua e lą, tritoni, gentili deitą d'amore: deitą dei boschi, dei prati, delle acque. Cascate su cascate, nel basso e nell'alto, con ampie vasche in verdi spazi: acque fresche dal lieve mormorio; acque spumeggianti, dalla bianchezza di neve, fragorose nel precipitare. Grotte ancora qua e lą, con armonico disordine: grotte dei venti, del silenzio, del mistero. Pareva di dover vedere uscire davvero da quelle grotte, da quelle acque, da quei boschi, le divine abitatrici. |