Vi restammo qualche ora, in beatitudine. Vi mangiammo. Nel villaggio che non rivedevo da bambino, visitammo per prima la casa della nonna. Visitammo la chiesa che a me tante cose affettuose ricordava; ci avvicinammo al battistero che aveva inteso, fornendo l'acqua lustrare, i vagiti dei nostri cari. Ci recammo sulle rive del Vera che scorreva, con le sue acque limpide, come in un sogno, tra le sponde ornate di pioppi e di salici.
Nella sera tornammo all'Aquila senza incontrarvi nessuno dei parenti delle famiglie Strina e Vicentini. Con la morte di Vittorio, l'ultimo figlio di Ascanio, il quale con Giuseppe Adamoli e Isidoro Strina aveva costituito la triade dei cognati componente il Comitato insurrezionale di Paganica, la casa dell'Aquila si poteva dire chiusa. Il figlio Ascanio, che aveva il nome del nonno, avvocato pure lui, viveva con la madre Aurora a Roma. |