Umberto Adamoli
NEL TURBINIO D'UNA TEMPESTA
(DALLE PAGINE DEL MIO DIARIO. 1943/1944)


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     «Signor Podestà, noi sottoscritti desideriamo, con questa dichiarazione spontanea, esprimervi anche per iscritto la nostra profonda gratitudine per aver salvato noi le nostre famiglie e tanti altri correligionari che hanno lasciato nel frattempo Teramo, dalla ferocità tedesca. Difatti ai primi di dicembre scorso, le autorità tedesche avevano comandato l'arresto in massa di tutti gli Israeliti. Voi, Podestà di Teramo, eludendo la vigilanza teutonica e fascista, ci avete avvisati tempestivamente del pericolo che incombeva sulle nostre teste raccomandandoci paternamente di allontanarci da Teramo o di rifugiarci presso quelle famiglie, fortunatamente numerose, non contaminate dal virus della peste nazista e ci assicuravate ogni qualsiasi aiuto.

     E' pure a nostra conoscenza che durante il terrorismo teutonico vi siete reso benemerito della popolazione teramana e sappiamo anche che di concerto col Comandante del Campo di Concentramento istituito dalle belve tedesche per sfogare il veleno che hanno sempre in corpo, somministravate tra l'altro agli internati, ricorrendo ad un abile stratagemma, doppia razione di cibo.
     Così alla nostra benedizione si aggiungano quelle della popolazione e degli internati.
     Con riconoscente devozione».
     Seguono, con quella di Oscar Stein, numerose firme.
     Tra l'una e l'altra lettera, se ne trovano molte altre, di gente di ogni condizione e di ogni contrada, che, per brevità, non si trascrivono; lettere anch'esse colme di commoventi espressioni, di calda affettuosa gratitudine.


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Umberto